Ci si riferisce all’espressione organizzazione borderline di personalità per far riferimento ai pazienti che mostrano difese primitive, debolezza dell’Io e relazioni oggettuali problematiche.
La principale operazione di difesa è la scissione, che si manifesta attraverso alternanti atteggiamenti e comportamenti contraddittori.
Il paziente suddivide le persone che lo circondano in “totalmente buoni” e “totalmente cattivi”. L’atteggiamento del paziente nei confronti di una determinata persona può oscillare da positivo a negativo, o viceversa, in maniera repentina. La percezione che egli ha delle altre persone è sottoposta a pervasivi processi di idealizzazione e svalutazione, che possono contribuire all’instaurazione di relazioni patologiche, fonte di sofferenza, caratterizzate da reiterate separazioni e successivi riavvicinamenti.
Inoltre, anche le varie rappresentazioni che il paziente ha di sé sono contraddittorie, ma coesistono e si avvicendano repentinamente. Talvolta, l’incapacità di integrare rappresentazioni di sé positive e negative genera una grave diffusione dell’identità.
Un aspetto caratteristico dell’organizzazione borderline di personalità è l’incapacità di posticipare il soddisfacimento degli impulsi, modulare l’ansia, sublimare le pulsioni, utilizzare la coscienza per guidare il proprio comportamento. Alcuni pazienti hanno condotte autolesioniste, sintomi ossessivo-compulsivi, fobie , reazioni dissociative, preoccupazioni ipocondriache, tratti paranoidi, sessualità perversa, abuso di sostanze.
Sebbene i pazienti borderline possano sembrare pazienti cronici e difficili da trattare nel breve periodo, la prosecuzione della psicoterapia produce sostanziali miglioramenti. Si ritiene che lo psicologo e lo psichiatra debbano necessariamente indirizzare tali pazienti verso una terapia di tipo psicodinamico, con uno psicoterapeuta psicoanalitico o uno psicoanalista. Si ritiene che sia importantissimo stabilire un setting stabile nel tempo e molto rigoroso.