La dislessia è uno dei 4 “disturbi specifici dell’apprendimento” meglio noti con la sigla di DSA.
Con DSA si indicano quelle difficoltà connesse alla capacità di lettura, di calcolo e di scrittura, che non hanno nulla a che fare con un ritardo cognitivo e che si palesano in presenza di intelligenza normale.
A sostegno del fatto che i dislessici sono persone intelligenti ci sono i casi famosi di personaggi brillanti come Albert Einstein, Leonardo Da Vinci, Steve Jobs e Pablo Picasso.
Le cause della dislessia non sono note, la dislessia si manifesta durante i primi anni di scolarizzazione. Essi si presentano come un’evidente difficoltà e lentezza nella lettura; entrambi disagi che hanno delle ricadute anche nella capacità di scrittura.
I 4 disturbi specifici dell’apprendimento sono:
- la dislessia
- la disgrafia
- la discalculia
- la disortografia
La dislessia si presenta come una marcata difficoltà nella lettura, riguarda la capacità di decodificare un testo ed è spesso connessa a una certa problematicità nel comprenderlo.
La disgrafia, come si può intuire dalla stessa parola, è direttamente legata alla grafia ed è una difficoltà correlata alla capacità motoria ad essa connessa.
La discalculia è il disturbo connesso al calcolo e alla comprensione delle operazioni con i numeri.
Infine, la disortografia riguarda la difficoltà di scrittura, con errori legati all’ortografia, ma anche ad eliminazioni di parti di parole e fusione di vocaboli, laddove questi siano di norma separati, o separazione degli stessi nel caso contrario.
Come riconoscere la dislessia e gli altri DSA
I segnali che possono permettere ci individuare se il bambino ha problemi di dislessia possono essere diversi. Alcuni di questi sono:
- errori nello scrivere e nel leggere di inversione delle lettere o di sostituzione delle stesse, per esempio la “m” con la “n”, la “b” con la “p”.
- difficoltà nell’imparare le tabelline e in generale sequenze di informazioni come l’alfabeto, i mesi, etc…
- difficoltà nell’utilizzare concetti spazio temporali, come confondere tra destra e sinistra, ieri o domani.
- difficoltà nel compiere attività motorie basilari, come allacciarsi le scarpe per esempio.
- scarsa concentrazione e ridotta capacità di attenzione
- difficoltà nell’effettuare compiti scritti
Questi segnali possono far scattare un campanello di allarme, ma per fare una diagnosi è determinate l’apporto di uno psicologo esperto, in grado di analizzare le difficoltà del bambino individuando il problema.
Come si affronta la dislessia
La dislessia, come tutti gli altri disturbi specifici dell’apprendimento non è una malattia. Un dislessico, pertanto, non ha bisogno di essere curato ma solo di mettere in atto delle strategie di compensazione tali da poter affrontare in modo autonomo la vita scolastica.
Queste strategie o strumenti compensativi sono normati dalla Legge 170 del 9 ottobre 2010 intitolata significativamente “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”.
Tra i principale strumenti compensativi ci sono l’utilizzo delle mappe concettuali, della calcolatrice e dei testi in formato digitale.
Questi strumenti devono però essere accompagnati dall’adozione da parte del personale docente di strategie finalizzate alla facilitazione dell’apprendimento.
Nella maggior parte dei casi il supporto di uno psicoterapeutico è fondamentale per aiutare il bambino ad affrontare le difficoltà e a gestire l’ansia, arrivando ad una maggiore consapevolezza e accettazione di sé.
Secondo L’Associazione italiana della dislessia, in Italia il numero di studenti con DSA ammonta a 350.000 unità. Un dato significativo, che richiederebbe maggiore attenzione da parte della scuola italiana, soprattutto in riferimento alla formazione di insegnanti in grado di fornire le strategie di aiuto adeguate.