Spesso, si tende a credere che il valore del lavoro dello psicologo e dello psicoterapeuta si misuri sulla qualità delle sue interpretazioni. In realtà, questo aspetto del colloquio psicologico o della seduta psicoterapeutica è una piccola parte di un lavoro molto più ampio, che non riguarda “un’azione verbale” in senso stretto.
Una prima considerazione è che, infatti, un paziente non può essere in grado di accogliere la maggior parte delle interpretazioni, se non si è prima instaurato un adeguato rapporto di alleanza terapeutica con lo psicologo, psicoterapeuta.
L’alleanza terapeutica
L’alleanza terapeutica si instaura in modo non conflittuale, razionale, e riguarda la capacità del paziente di collaborare con lo psicoterapeuta, che è percepito come figura professionale, onesta e con buone intenzioni. Questo non significa che, affinché una psicoterapia funzioni, si deve auspicare che si instauri un transfert positivo, bensì che il paziente identifichi rapidamente quali sono i reali obiettivi terapeutici; dunque, nei primi colloqui clinici, lo psicologo deve incoraggiare e favorire nel paziente una presa di coscienza, chiara e precoce, sul lavoro che affronterà.
L’insight
Un altro processo importante della psicoterapia è l’insight, che fornisce al paziente preziose informazioni sul proprio funzionamento mentale, e su ciò che accade nella stanza di analisi, nella relazione con lo psicoterapeuta. La parola insight non è traducibile in maniera puntuale dall’inglese, in italiano si potrebbe dire “illuminazione”, anche se nella clinica ha ormai assunto un significato ben definito, che indica la capacità di capire la propria dinamica psichica.
Al contempo, anche la relazione terapeutica stessa fornisce un’interpretazione delle dinamiche del paziente, aumentando il bagaglio di strumenti a sua disposizione per la comprensione di sé stesso. Questo aspetto “curativo” della psicoterapia è molto potente, poiché produce un cambiamento più profondo, rispetto a quello prodotto da un’attività principalmente intellettiva.
A questo proposito, durante una psicoterapia, alcune persone sono più interessate e preoccupate di stabilire un concetto di sé, piuttosto che creare una certa zona di intimità nella relazione, e per questo risultano più sensibili a interventi interpretativi. Al contrario, altre persone sono molto più interessate agli aspetti relazionali della psicoterapia e godono dei benefici dell’azione terapeutica, piuttosto che delle interpretazioni.
Processi curativi
Di fatto, i processi “curativi” dell’azione psicoterapeutica non si avvicendano fra loro, ma si compenetrano, si completano in maniera armonica e sinergicamente aumentano l’efficacia del trattamento.
Inoltre, non è da trascurare il fatto che il paziente, utilizzando la mente del terapeuta per percepire sé stesso, gode di un’espansione della propria realtà psichica, esattamente come fa un bambino con la propria madre. Sostanzialmente la dimensione intrapsichica e quella interpersonale si sovrappongono nella stanza di analisi per potenziare la funzione riflessiva del paziente.
La psicoterapia rappresenta una nuova relazione di attaccamento, che ristruttura la memoria implicita delle precedenti relazioni; mentre le interpretazioni modificano la memora esplicita, che coinvolge processi narrativi e intellettivi.
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